Esorcismo: in questo portale se ne parla molto…
Cenni storici
Il concetto di possessione malefica e la pratica dell’esorcismo sono molto antichi e diffusi. Il Nuovo Testamento annovera tra i miracoli di Gesù Cristo la liberazione di alcuni indemoniati, come nel caso dell’indemoniato di Gerasa (cfr. Vangelo secondo Luca, 8,26-39 e Marco 5,1-20}. È inoltre da ricordare che la liberazione dai demoni è parte integrante del messaggio evangelico e della missione apostolica della Chiesa nel mondo (…Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni, gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date…; Matteo, 10,8). Per questo motivo e per la tradizione ininterrotta, la possessione diabolica fece parte del credo del Cristianesimo fin dal suo inizio; l’esorcismo, come pia pratica di liberazione dal demonio è stata ed è ancora una pratica riconosciuta e promossa dalla Chiesa cattolica, dalla Chiesa ortodossa e da varie Chiese protestanti
La pratica dell’esorcismo è diminuita in tempi recenti in molti gruppi religiosi, anche a motivo di una più attenta diagnostica di problemi di carattere psichico e psicologico. Tale diminuzione può anche essere ascritta ad un cambiamento nella cultura occidentale, dovuta a correnti filosofiche e di pensiero quali il razionalismo, materialismo o al naturalismo, che hanno ridotto l’attenzione verso il soprannaturale.
Chiesa cattolica
Nell’ambito della Chiesa cattolica, l’esorcismo, fatta eccezione dell’esorcismo ordinario praticato in occasione del battesimo, è un sacramentale praticabile solo dai vescovi o da un sacerdote che abbia ottenuto il mandato dal proprio vescovo. Nel passato l’esorcistato era il terzo ministero annoverato tra gli ordini minori, ma era solo un titolo formale e fu abolito con il Concilio Vaticano II.
Nei Vangeli, si trovano riferimenti al potere divino di esorcizzare i demoni, facoltà donata alla Chiesa ed esercitata fin dalle prime comunità cristiane ((cf Mt l0, 1. 8; Mc 3, 14-15; 6, 7.13; Lc 9,1; l0, 17. 18-20; At 5, 16; 8, 7; 16, 18; 19, 12).
Il primo scopo dell’esorcismo è diagnostico, per verificare se la persona sottoposta a esorcismo è affetta da disturbi naturali o posseduta dal Maligno. La sua durata è varia, eventualmente in più riprese che si sviluppano in un percorso che può durare anni per ottenere la completa liberazione.
Oggi la Chiesa procede cautamente nel praticare l’esorcismo, soprattutto in presenza di malattie che, un tempo, venivano unicamente ascritte all’azione del Demonio come la schizofrenia, l’epilessia o altre malattie mentali.
Il sacramentale dell’esorcismo è disciplinato da un apposito rituale, De exorcismis et supplicationibus quibusdam (letteralmente “gli esorcismi e alcune preghiere”), adottato nel 1998 in sostituzione del precedente più antico (1614) che resta in uso, in forza di un “indulto”, dalla maggior parte degli esorcisti che lo considerano più completo ed efficace.[1].
Il libro contiene l’Exorcismus in Satanam et Angelos Apostaticos e la famosa Preghiera a San Michele, che nella tradizione secolare e popolare è considerata il più potente esorcismo contro Satana. insieme alle preghiere al Prezioso Sangue di Gesù, culti condivisi con la Chiesa Ortodossa.
Il sacerdote esorcista deve indagare sulla storia del suo paziente, soprattutto sul momento in cui sono iniziati i sintomi della possessione. Lo schema preposto di questo tipo di indagini prevederebbe:
- interrogatorio iniziale della persone e dei famigliari;
- studio degli esami medici, ed effettuarne nuovi;
- se necessario preghiere di guarigione e di liberazione da un gruppo guidato da un sacerdote;
L’esorcismo è considerato un ministero particolarmente delicato e difficile che viene affidato a sacerdoti dotati di particolare equilibrio psichico e spirituale. Il rituale suppone che la persona posseduta abbia la libera volontà, sebbene il demonio può avere il controllo del suo corpo, e prevede preghiere, benedizioni, invocazioni secondo le indicazioni del rituale. Secondo la Chiesa cattolica ogni ordinario diocesano conferisce in conformità al canone 1172, il ministero in modo permanente o temporaneo ad un sacerdote di cui, per il bene delle anime di cui si dovrà occupare, deve ben conoscerne le sue doti caratteriali oltre che “ornato di pietà, di scienza, di prudenza e integrità di vita” secondo la fede cristiana, consapevole che tanto più l’esorcista vive in pienezza di fede il suo sacerdozio tanto più sarà efficace la sua azione contro i demoni contro i quali ai laici riuniti non è neppure lecito usare la formula dell’esorcismo contro satana e gli angeli ribelli.[2]
L’interesse popolare per l’esorcismo si riaccese in seguito all’uscita del film L’esorcista, nel 1973. In quell’occasione l’arcidiocesi di Chicago fu sommersa di richieste di esorcismo tanto che si dovettero nominare degli esorcisti. L’importanza del rito è stata riconfermata anche da papa Giovanni Paolo II. Nel settembre 2005 papa Benedetto XVI parlò al Congresso dell’Associazione Italiana degli esorcisti incoraggiandoli a “proseguire nel loro importante ministero a servizio della Chiesa, sostenuti dalla vigile attenzione dei loro vescovi e dalla incessante preghiera della comunità cristiana”.[3]
Tra i più grandi esorcisti della storia la Chiesa cattolica ricorda Sant’Antonio Abate, San Francesco d’Assisi e San Pio da Pietrelcina, San Filippo d’Agira.
L’Associazione internazionale degli esorcisti – fondata nel 1990 da padre René Chenesseau, sacerdote ed esorcista francese, e da padre Gabriele Amorth S.S.P.[senza fonte], sacerdote ed esorcista nella Diocesi di Roma – è l’unico ente in materia riconosciuto dal Vaticano. Attualmente sono oltre 400 gli esorcisti soci dell’Aie nel mondo, ai quali si aggiungono 124 ausiliari [4].