Esistono due tipi di Voto di castità, il primo è quello più “serio”, benedetto dal sacerdote e dalla Chiesa, ed è espresso soprattutto dagli appartenenti agli Ordini religiosi, dura tutta la vita; il secondo è detto “personale”, perchè non ha bisogno della benedizione del sacerdote e può essere espresso nella preghiera privata, nel segreto della propria anima. La durata di quest’ultimo è a discrezione del devoto: può durare settimane, mesi o anche vari anni. E’ in ogni modo un onere, che va rispettato perfettamente.

Un celebre esempio di Voto personale di castità è quello che san Luigi Gonzaga fece, dodicenne, nella Chiesa della Santissima Annunziata a Firenze.

Dio eterno ed onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo, io Tua indegna creatura, prostrata innanzi al trono della Tua adorabile Maestà e costituita alla presenza di tutta la Corte celeste, per compensarTi almeno in parte dei traviamenti passati e per unirmi per sempre a Te, unico amore della mia anima, prometto (oppure rinnovo il voto) di osservare dal momento presente fino al giorno… (qui si nomina il giorno in cui termina il voto) una intera castità, una perfetta continenza, mediante il Tuo favore e la Tua santa grazia. Accetta questa mio voto in olocausto di soavità, e giacchè Ti e piaciuto ispirarmi a farlo, dammi ancora la forza di adempirlo esattamente ad onore e gloria Tua, e a salute della mia anima. Guardami in questo tempo con occhio di misericordia particolare. Custodisci il mio cuore, la mia mente e il mio corpo come giardino delle Tue delizie, non permettendo mai che il fomite della concupiscenza perturbi la mia pace, e io divenga doppiamente ribelle col cedere alle tentazioni dei miei nemici spirituali, del mondo e della carne.
Tu intanto, dilettissima Vergine Immacolata Maria, che amasti la purità da preferirla all’inarrivabile grado di Madre di Dio, ottienimi dal Tuo Divin Figlio una tale illibatezza di pensieri, di parole, d’opere e di desideri che mi renda sempre più accettevole alla Divina Maestà a cui interamente mi dedico e mi consacro.
Angelo mio custode, mio fedelissimo compagno, amico sincero della mia anima, raddoppia la Tua premura verso di me, affinchè i miei occhi non si fermino mai sopra oggetti pericolosi e le mie orecchie mai ascoltino discorsi di seduzione o di vanità.
Voi finalmente, o Santi tutti miei particolari avvocati, ottenetemi dal Signore tanta forza che basti a trionfare costantemente su ogni sensuale appetito, affinchè puro di mente e di corpo, vivendo da angelo in terra, sia fatto degno di vivere con gli angeli per tutta l’eternità, in cui spero di cantare quell’inno che ai soli vergini è dato di cantare, e di partecipare a quella visione particolare di Dio che fu promessa da Gesù Cristo ai puri di Cuore. Amen.

 

Con approvazione ecclesiastica
Curia episcopale di Vicenza, 23 Gennaio 1899